E 19, chi l’avrebbe mai detto! Sono, con questo 19 anni che, pazientemente, i membri dell’Associazione Bakhita, organizzano la festa liturgica in onore di Santa Giuseppina Bakhita, grazie anche alla collaborazione del parroco e del Gruppo Spirituale Santa Croce (che ci sopporta e che sposa, diligentemente, ogni nostra iniziativa). Quest’anno, poi, la Chiesa della S. Croce era stracolma di gente, segno, evidente, dell’accettazione della comunità del culto in onore della santa africana. Chi scrive, confesso, era molto emozionato nel vedere la Chiesa, finalmente, senza un posto vuoto. Tale situazione ripagava lo sforzo durato 19 anni; anni in cui, in solitario, abbiamo preparato e affisso locandine, spronato i sacerdoti che si sono succeduti nell’officiare la Messa ed i fratelli che ogni anno davano l’ipocrita adesione, salvo poi non farsi vedere, quasi invidiosi (devo pensare) che l’iniziativa potesse avere successo. L’anno scorso avevo parlato di ostracismo nei confronti della santa dalla pelle nera come il carbone; oggi, finalmente, mi devo ricredere.
La Messa è stata celebrata, l’8 febbraio 2020, da don Francesco Vardè, parroco di Nicotera, il quale, ha parlato dell’attualità della testimonianza di fede di suor Bakhita. S.G. Bakhita era donna semplice, umile, analfabeta ma amava il Signore e, soprattutto, seguiva il Vangelo. La carità era la sua missione, il perdono il suo scopo, l’amore per i fratelli, soprattutto i bambini, era il fine ultimo della sua esistenza.
L’8 febbraio si ricorda la giornata mondiale contro la tratta di essere umani e non poteva essere scelta data più significativa atteso che la Chiesa universale celebra la nascita al cielo di Madre Moretta. Lei che ha patito la schiavitù, che è stata torturata, venduta e rivenduta tantissime volte fino all’acquisto da parte di persona per bene che già allora (siamo nella seconda metà dell’800) aveva capito che gli esseri umani non possono essere ridotti in schiavitù.
La cronaca, tuttavia, ancora oggi evidenzia episodi di nuove schiavitù a danno di giovane donne che vengono sfruttate sessualmente. Ragazze rapite dai loro villaggi o portate in Europa con la subdola promessa di un lavoro capace di sostenere esse stesse e proprie famiglie.
Tuttavia, tra tanto dolore, si ergono le associazioni di volontariato che lottano contro i traffici e lo sfruttamento. Tante donne denunciano grazie all’appoggio dei volontari e al sostegno di un’opinione pubblica che ha preso coscienza e conoscenza del fenomeno.
Noi bakhitiani riteniamo che l’esempio di S.G. Bakhita possa addolcire i cuori per ritornare a essere fratelli nella fede, senza lotte e inutili contrapposizioni, nella convinzione che il nemico non si annida all’interno delle nostre comunità (parrocchiali, gruppi, associazioni) ma proviene dall’esterno. Mi rifiuto di pensare che ci siano compaesani che vogliano il male di Nicotera e dei suoi cittadini. I Santi rappresentano la luce che sfolgora in fondo al tunnel, seguiamoli, e il loro esempio ci farà vedere la realtà circostante con occhi nuovi.
Per chiudere due parole su Radio Bakhita (che esiste perché è esistita Santa Bakhita): l’emittente, trasmette da qualche anno la Santa Messa. Il suo palinsesto è costituito di programmi di intrattenimento e culturali che, piano piano, stanno conquistando una fetta sempre più ampia di radio ascoltatori (web ascoltatori). La pagina Facebook dedicata ha ormai raggiunto un numero considerevole di followers che ci riempie di orgoglio e ci sprona ad andare avanti.
Tutto ciò ci ha insegnato che per raggiungere uno scopo bisogna lottare con tenace e pazienza e, con l’aiuto di Dio e dei Santi, si può raggiungere il traguardo desiderato.