E 21, e si, nonostante la pandemia ed una certa stanchezza motivazionale siamo giunti alla 21^ edizione. Ma la nostra non è ( e non vuole essere) una competizione tra Gruppi e/o Confraternite nicoteresi.
No, piuttosto vuole essere un sincero omaggio ad una Santa straordinaria, ultima tra gli ultimi, salita agli onori degli altari nonostante la sua pelle nera, segno di una Chiesa cangiante capace di guardare agli ultimi, concretamente, dopo anni di volontaria disattenzione. L’omelia, tenuta nella Chiesa Cattedrale di Nicotera da Don Francesco Vardè, è stata incentrata sull’attenzione che ogni fratello nella fede deve avere nel prossimo, sul modello di S.G. Bakhita e delle suore canossiane che nel nome, figlie della Carità, manifestano il programma della loro missione salvifica. Il sacerdote, naturalmente, ha parlato del perdono cristiano che Bakhita tributò perfino ai suoi aguzzini. Ha chiaramente spiegato che non è facile perdonare chi ti ha fatto del male ma, i cristiani, per differenziarsi dalle altre religioni o dai non credenti, devono sforzarsi di mette in pratica il Vangelo.
Ha poi parlato della giornata nazionale contro la tratta di esseri umani, istituita qualche anno fa dall’attuale Papa proprio l’8 febbraio di ogni anno e della necessità di vigilare perché delitti simili non vengano tutt’oggi perpetrati.
Il pensiero è andato ai tanti naufraghi di colore sbarcati in Italia anche in piena pandemia e della necessità che queste persone vengano salvate in mare e non lasciate morire tra i flutti. La lotta corretta agli scafisti e di chi lucra sul traffico di esseri umani non può essere giustificata davanti a donne, bambini o giovani che rischiano di morire. Ho sempre pensato che chi fugge da guerre, miseria e persecuzione non si arresterà nemmeno davanti ai cannoni. Chi ha perso tutto non ha più niente da perdere, se non la propria vita, in un certo qual modo già compromessa; solo i miopi non sono in grado di capire questa elementare verità.
Ma torniamo alla festa. Il sacerdote ha concluso l’omelia con l’invito ai presenti a cambiare vita e di adoperarsi per il bene comune sempre e comunque con l’aiuto di Dio.
La Santa Messa è stata replicata dalle piattaforme e siti web di Radio Bakhita mentre l’annuale momento di aggregazione sociale davanti ad una tavola imbandita è saltato causa paura di contagiare e/o di essere contagiati. Tutti gli intervenuti si sono ripromessi di recuperare l’anno venturo. E con questo auspicio, che faccio mio, chiudo questo articolo nella speranza che quanto scritto possa far riflettere chi legge o leggerà.