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23° Festa Liturgica

E 23! Si, sono passati 23 lunghi anni da quando, in solitario, abbiamo ricordato la memoria di S.G. Bakhita. Anche quest’anno, tuttavia, abbiamo patito le solite difficoltà probabilmente legate alla ripetitività dell’evento. Devo, tuttavia, ammettere, che, mentre la fase preparatoria ricade solo su alcuni di noi, alla cerimonia religiosa c’è stata una partecipazione corale. Quest’anno c’era anche il coro della Chiesa del S. Rosario che, anche senza accompagnamento musicale, ha lodato Dio e S.G. Bakhita. Alla cerimonia erano presenti, inoltre, numerosi esponenti del “Gruppo Spirituale S. Croce”, il “CAS Bakhita” e alcuni componenti del Gruppo Wazzap “Amici di Radio Bakhita”. Ha celebrato padre Ampelio, missionario comboniano e padre Faustino della “Comunità dei Missionari della Via”.

Alla destra dell’altare era esposta la stampa su tela dell’effige di S.G. Bakhita, dono dei soci dell’Associazione Bakhita alla Chiesa della S.Croce. Padre Ampelio, durante l’omelia, ha fatto riferimento alla situazione del Sud Sudan, la terra di origine di Bakhita, ove ancora oggi persiste la guerra civile che vede opposti il capo del governo e i ribelli. A farne le spese la popolazione civile costretta a vivere in una mega tendopoli dove sono ammassati 1.500.000 profughi. Ha parlato degli “scarti umani” come erano considerati gli uomini inefficienti ai tempi di Bakhita. Di come la futura Santa, portata in Italia, veniva regalata a una famiglia di possidenti del vicentino dove si sarebbe presa cura della loro un’unica figlia ancora bambina di nome Alice. Ma, la partenza improvvisa per degli affari dei signori Michieli (i nuovi padroni di Bakhita) aveva fatto si che sia lei che la piccola Alice venisse affidata alle suore canossiane. Qui Bakhita sente parlare per la prima volta di Dio e chiede alle suore di voler prendere i sacramenti. Dopo un periodo torna dall’Africa la signora Michieli per riprendersi la figlia e la serva; ma Bakhita non vuole seguirla, riferisce che con le canossiane si trova bene e, grazie a loro, ha conosciuto il creatore del Mondo e che non lo vuole più abbandonare. A nulla servono le pressioni psicologiche della Michieli in ordine al fatto che la piccola Alice è di salute cagionevole e si è affezionata alla propria bambinaia. Ma, vista la fermezza di Bakhita, minaccia la madre superiore di rivolgersi alle autorità perché Bakhita gli appartiene. Si rivolge dunque al Procuratore del Re, il quale ribadisce che le pretese della Michieli sono assurde non vigendo, da tempo, in Italia, la schiavitù e che Bakhita, avendo messo piede in Italia, è libera di andare e stare con chi vuole. La scena del distacco è drammatica: la bambina strilla in lacrime perché non vuole lasciare Bakhita, Bakhita è tormentata dalla situazione e, sia pure in lacrime, non ha il coraggio di abbandonare quell’Unico Dio a cui si sente legata e attratta ora che l’ha conosciuto.

Padre Ampelio, inoltre, rifacendosi alla prima lettura, tratta dal Libro del profeta Isaia, ha rimarcato il concetto di libertà a cui anela ogni spirito, libertà non solo dalla condizione di schiavitù materiale ma anche spirituale. Commentando, poi, la seconda lettura, tratta dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani, ha posto l’accento sul concetto di speranza. La speranza non può e non deve deludere, ogni essere deve sempre pensare a un futuro migliore sotto la guida di Dio. Senza Dio, l’essere umano è simile alle bestie feroci, che uccidono non per necessità ma per mancanza di freni inibitori.

Commentando il passo del Vangelo di Luca, sicuramente il più difficile da praticare, ha detto che Gesù ci ha invitati ad amare i propri nemici, perché se amiamo quelli che ci amano non facciamo alcun sforzo e se facciamo opere buone a favore di quelli che sappiamo ce le renderanno, che merito ne avremo?

Il sacerdote, parlando di S.G. Bakhita, ha ricordato la figura umana e spirituale della Santa del Sud Sudan ed ha spiegato che è diventata santa non per le ferite patite nel corpo e nello spirito ma per quella forza interiore che gli ha permesso di perdonare i propri aguzzini e addirittura di ringraziarli quali strumenti del Signore per avvicinarla alla fede cristiana. Ha ricordato l’istituzione della Giornata Internazionale contro la tratta di esseri umani voluta da sua santità Papa Francesco proprio nel giorno in cui si celebra la memoria della santa Africana. Ha detto che la schiavitù, purtroppo, ancora esiste anche se ha cambiato forma. Tante sono le donne in ogni angolo della terra obbligate a vendere il proprio corpo per danaro e tanti sono, ancora oggi, i trafficanti di organi umani. La strada per superare tutte queste brutture deve partire da una nuova consapevolezza della sacralità del corpo umano. Tutti e, quindi, ciascuno di noi dobbiamo indignarci per lo sfruttamento operato dall’uomo sull’uomo e dobbiamo fare si che la nostra indignazione si trasformi in un moto di ribellione quando l’occasione ci viene data.

In serata i membri del “Cas Bakhita”, gli amici del “Gruppo Spirituale S.Croce” e quelli di Radio Bakhita, si sono ritrovati in un locale di Joppolo per vivere un momento di socialità nel nome di S.G. Bakhita.

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